In occasione della Giornate Europee del Patrimonio, la Fondazione Sa Sartiglia in collaborazione con la Parrocchia della Cattedrale di Oristano, e grazie al contributo dell’Assessorato Regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e della Fondazione Banco di Sardegna, organizza un seminario e una visita guidata nel Duomo di Oristano. organizza un seminario e una visita guidata nel Duomo di Oristano.
“…in ecclesia Sancte Marie de Arestano, in basilica videlicet Sancti Micaelis, que dicitur Paradisu” il titolo dell’iniziativa in programma domenica 29 Settembre a partire dalle 17.
All’interno dell’edificio chiesastico alcuni studiosi ed appassionati ricercatori presenteranno importanti novità relative alla storia della Cattedrale Arborense.
L’excursus storico intende ripercorrere importanti capitoli della storia della Chiesa di Santa Maria di Oristano, istituzione che ha segnato dal punto di visto storico, artistico, religioso e culturale in generale, la storia della Città di Oristano.
L’archeologo Salvatore Sebis, riferendosi all’antico impianto bizantino dell’edificio, presenterà i risultati degli scavi effettuati sul sagrato della Cattedrale nella campagna di scavo degli anni Novanta, mentre lo studioso Nadir Danieli mostrerà le sue recenti scoperte relative ai fregi ed ai decori ancora oggi presenti nell’edificio e riferibili alla Cattedrale di età romanica e gotica. L’archivista Sebastiano Fenu parlerà di alcune cappelle della cattedrale documentate nel XVI e nel XVII secolo, oggi non più presenti in seguito alle numerose fasi di restauro dell’antico edificio, mentre, Maurizio Casu si soffermerà sulla figura di Sant’Archelao e sul suo ruolo di patrono della diocesi Arborense. Infine, il ricercatore Raffaele Cau parlerà delle numerose sepolture documentate presso la Cattedrale partendo dalla Cappella del Gremio dei Falegnami e lo studioso Enrico Correggia si soffermerà su alcuni momenti particolari della storia della Cattedrale, partendo dalle tristi giornate dell’invasione francese del 1637, ancora oggi richiamata nei quattro stendardi custoditi nel Duomo.